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Channel: NIGERIA Archives - Africa Express: notizie dal continente dimenticato

Arrestato governatore della Banca Centrale in Nigeria: è accusato di aver sabotato l’elezione del presidente

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Africa ExPress
Abuja, 12 giugno 2023

Il governatore della Banca Centrale della Nigeria (CBN), Godwin Emefiele, è stato sospeso venerdì scorso dalle sue funzioni con effetto immediato dal neo presidente del Paese, Bola Tinubu. Il governatore è stato arrestato la sera stessa dai servizi di sicurezza nigeriani che stanno indagando sulla sua gestione dell’istituto.

Godwin Emefile, governatore della Banca Centrale della Nigeria

Un video pubblicato sui social network mostra Emefiele mentre sale ammanettato e controllato da uomini in giacca, su un jet privato per essere trasferito da Lagos a Abuja, la capitale del Paese.

La sospensione del capo della CBN era nell’aria da tempo, poichè nel periodo precedente alle presidenziali di febbraio, aveva ricevuto aspre critiche dai sostenitori di Tinubu. E’ stato accusato di aver cercato di sabotare la loro campagna elettorale con la sostituzione delle vecchie banconote della valuta nigeriana, la naira. Il fatto ha causato una grave carenza di contanti e ha scatenato la rabbia dell’opinione pubblica.

Il Partito Laburista sostiene che il neo-presidente stia conducendo una vendetta personale contro Emefiele, per aver sostituito le vecchie banconote in un momento cruciale. Ma ufficialmente tale cambio è stato fatto per combattere la compravendita di voti durante la campagna elettorale.

Durante il discorso in occasione del suo insediamento come capo di Stato, Tinubu ha criticato aspramente la gestione della valuta e della politica monetaria di Emefiele.

Ora gli analisti economici si aspettano una serie di cambiamenti da parte della banca centrale, tra questi una graduale svalutazione della naira. Già mercoledì la CBN ha permesso alla valuta di indebolirsi del 2 per cento sul mercato ufficiale, raggiungendo così un minimo storico.

Attualmente il Paese è a corto di dollari e soprattutto le imprese sono costrette a rifornirsi di valuta estera al mercato nero parallelo, dove la naira si è indebolita maggiormente.

Secondo la legge nigeriana, il licenziamento di un governatore della banca centrale richiede un voto del senato.

Attualmente gli affari correnti della CBN saranno gestiti dal vice-governatore, finchè l’inchiesta non sarà conclusa.

I mercati finanziari erano già chiusi venerdì, quando è stata annunciata la sospensione di Emefiele. Riapriranno solamente martedì, poiché il 12 giugno in Nigeria è un giorno festivo.

Nel 2014, anche il licenziamento di Sanusi Lamido Sanusi, allora governatore della CBN, da parte di Goodluck Jonathan (presidente del Paese dal 2010 al 2015) aveva suscitato molto scalpore.

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Nigeria: uomo accusato di blasfemia lapidato dalla folla

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Africa ExPress
Abuja, 27 giugno 2023

Un uomo accusato di blasfemia è stato linciato dalla folla inferocita. E’ successo domenica scorsa nello stato di Sokoto, nel nord della Nigeria.

Nigeria: uomo linciato dalla folla per blasfemia

La polizia ha confermato il crudele assassinio di un macellaio del mattatoio locale, Usman Buda, un musulmano salafita. Il portavoce degli agenti locali,  Ahmad Rufa’i, ha precisato che l’uomo è stato attaccato dalla folla, che gli ha inflitto gravissime ferite, lanciandogli addosso sassi e picchiandolo con grossi bastoni.

Quando le forze dell’ordine sono intervenute, gli aggressori sono scappati, mentre il corpo del macellaio giaceva per terra. Subito trasportato in ospedale, è morto poco dopo per le gravissime ferite.

Un collega dello sfortunato  macellaio ha raccontato ai reporter di AP, che tutto è iniziato quando alcuni giovani mendicanti sono venuti a chiedere l’elemosina in nome di Allah e del Profeta. Gran parte dei piccoli mendicanti provengono da scuole coraniche,molto spesso si tratta di scuole molto informali  e gli studenti, invece di apprendere, vengono mandati nelle strade e nei mercati per chiedere elemosina, soldi che servono per il mantenimento del maestro.

Sempre secondo il racconto di un testimone oculare, Buda non ha gradito la richiesta di elemosina da parte dei giovani, e si è lasciato andare ad alcune affermazioni che i suoi colleghi hanno ritenuto offensive nei confronti del profeta e si sono scagliati contro di lui con pietre e bastoni.

Un video dell’attacco, ampiamente condiviso sui social network, mostra un uomo vestito con una camicia senza maniche insanguinata. Nel filmato si vede chiaramente mentre l’uomo barcollando, cade rovinosamente a terra, ma la folla continua ugualmente a lanciargli pietre. In sottofondo si sente una voce che grida “Uccidetelo”, in hausa, la lingua più diffusa nel nord della Nigeria.

Secondo la sharia, la blasfemia, soprattutto quella contro Maometto, è punibile con la morte. La legge islamica è stata introdotta nei primi anni del 2000 in dodici Stati della Nigeria, I tribunali islamici che operano in parallelo al sistema giudiziario statale, hanno già emesso altre condanne a morte per adulterio, blasfemia e omosessualità, ma raramente sono poi state eseguite. Tuttavia, in diversi casi, gli accusati sono stati uccisi dalla folla senza passare per un procedimento legale.

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Nigeria: “La Sharia è costituzionale”, la Corte d’Appello di Kano rigetta il ricorso di un condannato a morte per blasfemia

La sharia è costituzionale

Scuole islamiche: studenti costretti a mendicare

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Salvati 4 nigeriani, viaggiavano sul timone di una nave cargo diretta in Brasile

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
25 luglio 2023

Nascosti sulla Ken Wave, una nave cargo battente bandiera liberiana, quattro migranti nigeriani sono stati soccorsi nella Baia di Vitoria, Espírito Santo, nel Brasile sud-orientale, dopo giorni e giorni di navigazione, nascosti in un compartimento del timone.

Migranti nigeriani seduti sul timone della Ken Wave, salvati in Brasile

I giovani, seduti in cima al timone, sono stati avvistati dall’equipaggio di una altro natante mentre navigava nelle vicinanze della Ken Wave, nella Baia di Vitoria.

Dalle prime indagini risulta che i quattro si sono imbarcati a Lagos, la capitale commerciale della Nigeria, il 27 giugno scorso e, secondo un funzionario della compagnia marittima, i poveracci si sarebbero nascosti sulla nave senza nemmeno conoscere la destinazione finale.

In base a quanto riferito da Ramon Almeida, capo dell’ufficio immigrazione presso la sovrintendenza della Polizia Federale (PF) di Espiritu Santo ai reporter dell BBC, i giovani clandestini, pur non avendo gravi problemi di salute di base, al momento del loro ritrovamento erano disidratati e affamati, dopo aver terminato le provviste di cibo e acqua da giorni.

I viaggiatori clandestini hanno dichiarato di essere nigeriani, ma non avendo documenti con sé, la loro origine non è stata confermata nell’immediato. Ora, secondo le leggi vigenti in Brasile, la società proprietaria della Ken Wave è legalmente responsabile della loro sistemazione in un hotel in Brasile e del finanziamento del loro ritorno forzato in Nigeria entro 25 giorni, fino all’arrivo dei documenti di viaggio.

La nave cargo Ken Wave, battente bandiera liberiana

Marina Rongo, consulente del programma di rafforzamento dello spazio democratico della ONG Conectas, ha spiegato che, secondo la legge sulla migrazione del 2017, ci sono varie possibilità per impedire il rimpatrio forzato dei quattro giovani.

“Sono stati ritrovati in uno stato precario e di grave vulnerabilità dopo un lungo viaggio a alto rischio. Nel caso ci siano ragioni valide che potrebbero mettere in pericolo la persona, un rimpatrio forzato potrebbe essere evitato, chiedendo asilo nel Paese. La Commissione nazionale per i rifugiati (Conare) dovrà poi analizzare mediante colloqui individuali ogni singolo caso. Procedure lunghe che richiedono mesi, se non anni e finché la Conare non avrà depositato la propria decisione, i richiedenti asilo hanno diritto di restare nel Paese”, ha precisato la Rongo.

Ma c’è anche un’altra opzione: richiedere la residenza permanente in Brasile. Tale domanda viene accordata in caso di impiego, matrimonio o motivo di studio. I richiedenti hanno 120 giorni di tempo per comprovare una di queste condizioni.

Il caso dei quattro nigeriani trovati sulla Kane Wave a Espiritu Santo è un esempio della grave crisi umanitaria e sociale che la Nigeria sta attraversando da anni.

Il Paese è ricchissimo, grazie ai proventi ricavati dal petrolio, ma la ricchezza è in mano a pochissime famiglie. Gli incessanti conflitti che flagellano da anni la ex colonia britannica, i cambiamenti climatici, l’inflazione galoppante e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari hanno creato una situazione allarmante: la povertà avanza in misura esponenziale.

Inoltre, l’accesso al cibo diventa sempre più difficile a causa delle persistenti violenze, perpetrati dai terroristi Boko Haram e dei loro cugini di ISWAP (acronimo per Provincia dell’Africa occidentale dello Stato islamico, ndr) nel Borno, Adamawa e Yobe State. Per non parlare del banditismo armato e dei rapimenti a fini di riscatto che si consumano in altri Stati della Federazione nigeriana, come Katsina, Dokoto, Kaduna, Benue e Niger.

Se aggiungiamo anche i cambiamenti climatici estremi che hanno provocato diffuse inondazioni, distruggendo centinaia di migliaia di ettari di terreno coltivabile, il quadro della situazione è davvero drammatico. Con la crescente diminuzione dei raccolti, aumenta il rischio insicurezza alimentare per le famiglie in tutto il Paese.

Nel 2022, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 37,7 per cento, ma secondo KPMG, società multinazionale di consulenza, entro la fine di quest’anno potrebbe superare il 40 per cento.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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Arrestato governatore della Banca Centrale in Nigeria: è accusato di aver sabotato l’elezione del presidente

Rifiuti riciclabili in cambio della retta scolastica, così a Lagos i bambini poveri possono frequentare le lezioni

 

 

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RSF, la libertà di stampa in Africa peggiora ancora rispetto all’anno scorso

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
3 agosto 2023

Fare giornalismo in Africa è diventato più difficile. Nel 2022 il 33 per cento dei Paesi africani aveva una brutta situazione con la libertà di stampa che è peggiorata nel 2023. Il World Press Freedom Index 2023 di Reporters sans Frontières (RSF) ha rilevato che l’incremento è salito al 40 per cento.

Libertà di stampa RSF mappa
Mappa degli espatri dei giornalisti (Courtesy RSF)

Giornalisti in fuga

I giornalisti in Africa sono in fuga per problemi di sicurezza. I maggiori flussi sono verso Europa, Stati Uniti e Canada. Queste mete sono raggiunte soprattutto dai reporter congolesi, nigeriani, eritrei e burundesi

I flussi di emigrazione dei giornalisti sono anche nei Paesi confinanti a quello di appartenenza. I reporter sudanesi si spostano in Egitto, Chad, Sud Sudan o Etiopia mentre i somali si rifugiano in Kenya.

“Uno dei più grandi carcerieri di giornalisti al mondo è l’Egitto. Attualmente ne detiene 37 dei quali 20 arbitrariamente”. Scrive RSF nel suo Press Freedom Index 2023.

Però, il Paese dei faraoni ha anche accolto almeno una quarantina di reporter sudanesi. È successo quando a metà aprile, in Sudan, sono iniziati gli scontri tra fazioni militari.

È la prima volta che l’ong che monitora la libertà di stampa e pubblica uno studio sulla migrazione dei giornalisti. Non dimentichiamo che nel World Press Freedom Index l’Egitto figura al 166° posto su 180 Paesi.

libertà di stampa RSF
Libertà di stampa, Index 2023: L’Egitto è al 166° posto della classifica  (Courtesy RSF)

Africa laboratorio di propaganda russa

Lontana anni luce dai Paesi scandinavi, primi per la libertà di stampa, secondo RSF, l’Africa è “Il nuovo laboratorio di disinformazione e propaganda”.

L’area maggiormente colpita dalle fake news e dalla propaganda sono i Paesi dell’Africa subsahariana dove sono presenti i mercenari russi del Wagner Group.

Nelle aree dove ci sono conflitti i governi africani usano i media come strumenti di propaganda. In Mali e Burkina Faso hanno sospeso a tempo indeterminato le sedi di due media internazionali ed espulso i giornalisti stranieri.

In Centrafrica domina la narrativa russa che utilizza i media di propaganda Russia Today e Sputnik. L’obiettivo è screditare i giornalisti non allineati.

Giornalisti sempre più in pericolo

Con la guerra del Tigray, in Etiopia, sono stati arrestati una quarantina di giornalisti. Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) nel Nord Kivu, i cronisti lavorano tra l’incudine dei ribelli dell’M23 e il martello delle Forze armate congolesi.

La buona notizia è che in Mali il giornalista francese Olivier Dubois, sequestrato da un gruppo jihadista, è stato rilasciato dopo 711 giorni. La cattiva notizia è che in Camerun, Kenya, Somalia e Ruanda, da settembre 2022 a gennaio 2023, sono stati uccisi cinque giornalisti.

Tra questi il reporter camerunense Martinez Zogo e il ruandese John Williams Ntwali. Aperte le indagini per individuare i mandanti ma, come spesso succede, sono state insabbiate.

Il Burundi invece ha condannato a 10 anni di carcere Floriane Irangabiye, di Radio Igicaniro. È stata accusata di “minare l’integrità del territorio nazionale” perché, dell’agosto 2022, ha intervistato un difensore dei diritti umani e un giornalista in esilio.

I due intervistati avevano criticato la situazione dei diritti umani in del piccolo Paese della regione dei Grandi laghi.

L’Africa ha sicuramente ancora molto da lavorare sulla libertà di stampa. Ma la Namibia (22°) e il Sudafrica (25°) nella lista superano alcuni Stati UE. Italia compresa, al 41° posto.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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Rapporto RSF 2021, Africa continente peggiore su libertà di stampa

 

Battaglia all’ultimo sangue a Khartoum: esercito e janjaweed combattono strada per strada

Mali: giornalista francese rapito dai jihadisti nel nord del Mali

 

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Nigeria: si rovescia un impianto di trivellazione petrolifero, morti (anche un inglese) e dispersi

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Africa ExPress
Abouja, 16 agosto 2023

Nella serata di ieri, la Seplat Energy (compagnia petrolifera e del gas indipendente nigeriana quotata sia alla borsa di Londra  a quella in Nigeria, è attiva nel delta del Niger), ha annunciato sul suo account Twitter un gravissimo incidente sull’impianto di trivellazione Majestic, di recente acquisizione.

Il macchinario gigante si è ribaltato nella mattinata del 15 agosto, mentre si dirigeva verso il sito di perforazione Ovhor, Delta State, Nigeria. Una persona è morta, altre tre risultano disperse. In base alle dichiarazioni di Seplat Energy, sull’impianto erano presenti 96 persone al momento dell’incidente, 92 sarebbero state recuperate sane e salve.

Alcune fonti hanno però rivelato a SaharaReporters (SR) (quotidiano con sede a New York, USA, fondato nel 2006 dal giornalista e attivista per i diritti umani nigeriano, Omoyele Sowore, ndr) che almeno 5 nigeriani e un cittadino britannico sarebbero morti nell’incidente della Majestic.

Un alto dirigente della società, che ha parlato a condizione di anonimato in quanto non autorizzato a parlare con i giornalisti, ha detto ai reporter di SR che dopo il tragico incidente è scoppiato il panico nella compagnia.

“Ciononostante – ha aggiunto – la direzione dell’azienda è al corrente della situazione e sono in corso tutti gli sforzi per trovare le persone scomparse”.

Impianto di trivellazione Majestic

“Posso dire con autorevolezza che alcuni corpi sono stati recuperati e che la maggior parte dei lavoratori è al sicuro e sta ricevendo cure mediche”, ha detto una delle fonti a SR e ha aggiunto: “Tuttavia, abbiamo perso sei dipendenti dell’azienda nell’incidente. Ieri sera sei lavoratori mancavano ancora all’appello e si sta cercando di ritrovarli. Tra i dispersi ci sono un britannico e cinque nigeriani”.

La Seplat Energy ha stipulato il contratto per l’impianto di perforazione in qualità di operatore di una joint-venture con la compagnia petrolifera NNPC Ltd (NNPC Limited è una compagnia petrolifera a scopo di lucro in Nigeria. Precedentemente era di proprietà del governo, è stata trasformata in società a responsabilità limitata nel luglio 2022 ndr).

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Sudafrica, i Paesi  Brics diventano undici, tra questi anche Iran e Arabia Saudita

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
27 agosto 2023

La famiglia dei cinque Paesi che formano BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) cresce. Dal 1° gennaio 2024 sarà composta da undici membri con l’ingresso di Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.

È il risultato più importante del XV Brics Business Forum che si è svolto in Sudafrica, a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Alla presidenza del Forum c’erano: Inácio Lula da Silva, presidente brasiliano; Narendra Modi, premier indiano; Cyril Ramaphosa, presidente sudafricano e il presidente cinese Xi Jinping. Grande assente Vladimir Putin, rappresentato dal suo ministro degli Esteri, Sergey Lavrov.

“Brics e Africa: approfondire il partenariato, promuovere la crescita reciproca, raggiungere lo sviluppo sostenibile e rafforzare il multilateralismo inclusivo”. Era il titolo dell’incontro – alquanto ambizioso – che pare aver raggiunto vari obiettivi oltre alla solidarietà dei Paesi africani.

presidenza Brics 2023
Presidenza Brics 2023, Da sinistra: Inácio Lula da Silva, presidente brasiliano; Narendra Modi, premier indiano; Cyril Ramaphosa, presidente sudafricano e il presidente cinese Xi Jinping e il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov

Alto Pil degli undici e alternativa al G7

Punto importante sono i numeri della Brics a undici e Lula Da Silva è stato subito chiaro. “Rappresenteremo il 36 per cento del Pil mondiale e il 47 per cento della popolazione dell’intero pianeta” – ha evidenziato il presidente brasiliano -.

La sorpresa maggiore è l’ingresso di Iran e Arabia Saudita. Nemici da sempre nella perenne lotta tra sciiti e sunniti, con la mediazione cinese hanno normalizzato le relazioni diplomatiche. Insieme, gli undici avrebbero un produzione giornaliere di oltre 42.000 barili di petrolio (dati 2021). Inoltre, i nuovi Brics – che quest’anno a marzo hanno superato il Pil del G7 – vogliono porsi come alternativi ai “Sette Grandi”.

La banca Brics alternativa al FMI e BM

L’idea della creazione della R5 (acronimo di real, rublo, rupia, rand, renminbi) nuova valuta Brics, è caduta. Ma esiste già la Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB) con a capo Dilma Rousseff, ex presidente del Brasile. La sede della NDB è in Cina, a Shangai, ma le operazioni sono in dollari USA. L’intento è che diventi un’alternativa al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale.

Secondo il giornale indiano The Economic Times, la NDB ha dichiarato di aver approvato finora circa 80 progetti in tutti i paesi membri, per un totale di un portafoglio di 30 miliardi di dollari. Si tratta di progetti in settori come trasporti, acqua e servizi igienico-sanitari, energia pulita, infrastrutture digitali, infrastrutture sociali e sviluppo urbano.

New Development Bank Brics
New Development Bank, istituto finanziario dei Brics

Ramaphosa sarebbe stato imbarazzato con Putin

Il presidente sudafricano, Ramaphosa, sicuramente ricorda ancora quando Omar al-Bashir, ex presidente del Sudan, nel 2015 arrivò in Sudafrica al vertice dell’Unione Africana. Contro il presidente sudanese c’erano due ordini d’arresto per crimini di guerra della Corte Penale Internazionale (CPI). All’epoca era presidente Jacob Zuma e l’Alta Corte sudafricana definì “illegale e vergognoso non arrestare al-Bashir”.

Cyril Ramaphosa, amico di Putin, anche se il Sudafrica è neutrale sull’invasione russa dell’Ucraina sicuramente non avrebbe voluto mettere le manette al presidente russo. Vladimir Putin, lo ricordiamo, ha un ordine d’arresto della CPI per crimini di guerra.

Brics, a oltre un decennio dalla sua nascita, è diventato adulto. Al Forum erano presenti anche una trentina di Paesi africani sui 50 invitati. Tra questi, anche Algeria, Tunisia, Nigeria, Senegal, Sudan e Zimbabwe sono interessati a farne parte.

Sandro Pintus
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BRICS: il difficile tentativo dei Paesi emergenti di affrancarsi dalla tutela economica occidentale

 

Altra vittoria di Putin: a febbraio in Sudafrica manovre militari marine con Russia e Cina

 

Alta Corte Sudafrica contro governo: illegale e vergognoso non arrestare al-Bashir

 

 

 

 

 

 

 

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In Nigeria cambia il presidente, non i problemi: terrorismo e caro vita sempre al primo posto

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Cornelia I. Toelgyes
27 settembre 2023

I sindacati nigeriani sono sul piede di guerra contro Bola Tinubu, presidente della ex colonia britannica, eletto lo scorso febbraio. National Labour Congress (NLC) e Trade Union Congress (TUC), due delle più grandi associazioni di lavoratori, hanno indetto uno sciopero a tempo indeterminato a partire dal prossimo 3 ottobre per protestare contro il caro vita.

Persino lo storico traffico caotico e gli infiniti ingorghi di Lagos, capitale economica del Paese, stanno scomparendo. La circolazione è ridotta, perché i prezzi sono lievitati a dismisura dopo la rimozione dei sussidi sul prezzo del carburante e il controllo sulla valuta estera, riforme apportate dal governo di Abuja.

Nigeria: aumento del costo dei generi alimentari

Tinubu ha dichiarato che le riforme sono necessarie per attrarre nuovi investimenti e rilanciare le finanze dello Stato. Ma la popolazione non ci sta. Moltissime famiglie fanno fatica a portare in tavola anche un solo pasto al giorno, per non parlare delle rette scolastiche per mandare i figli a scuola.

Recentemente le autorità di Abuja hanno chiuso diversi campi per sfollati nel Borno State (nord-est del Paese), dove vivevano da anni decine di migliaia di persone dopo essere scappate dalla furia dei terroristi di Boko Haram e ISWAP (acronimo per Islamic State West Africa Province).

Molte famiglie si trovano attualmente in cosiddetti campi di reinsediamento. Gran parte dei sussidi sono stati tagliati. Fanno fatica a sopravvivere. Trovare un lavoro è un’impresa ardua, se non impossibile. E proprio per la mancanza di risorse, gli sfollati che sono stati trasferiti nell’accampamento di Shuwari a Jere (Borno State) sono costretti a mangiare Biri Gamda, (un particolare mangime per animali), per non morire di fame. Biri Gamda (parola che deriva dalla lingua Kanuri) viene solitamente utilizzato per far ingrassare gli animali domestici. In pratica si tratta di una farina solida, il tuwo, a base di riso, mais o miglio, poi essiccata al sole finché non si formano bocconcini duri.

Nigeria, Borno state, Shuwari camp

Ma i problemi del presidente nigeriano non finiscono qui. Bola Tinubu, durante la campagna elettorale aveva promesso di risolvere quanto prima lo stato di insicurezza che da anni affligge molte zone della ex colonia britannica. Anche Muhammadu Buhari, dello stesso partito di Tinubu, All Progressives Congress (APC), appena salito al potere nel 2015, aveva dichiarato che in 6 mesi avrebbe sconfitto i terroristi Boko Haram.

Da anni lo Zamfara state, nel nord-ovest della Nigeria, è l’hot spot dei sequestri di persone a scopo di lucro. Dopo il pagamento di lauti riscatti, generalmente gli ostaggi vengono liberati. Venerdì corso un gruppo di uomini armati ha rapito una ventina di studenti e diversi impiegati dell’università federale di Gusau nel distretto di Bungudu (Zamfara state).

Nigeria, Università Federale, Gusau

Lunedì, 14 giovani e altre due persone sono stati liberati dalle forze di sicurezza; nessuna notizia invece di tutti gli altri ancora in ostaggio dei loro aguzzini. Comprensibile la disperazione di genitori e familiari: “E’ un incubo – si è sfogato il padre di una strudentessa -. I malviventi hanno forzato le porte degli alloggi, hanno spinto fuori i giovani e li hanno portati nella vicina foresta”, ha poi aggiunto.

I sequestri di massa nelle scuole/università continuano anche con questo governo. Si ritiene che le “bande di criminali” siano formate per lo più da fulani, tra loro molti pastori, ma anche mercenari provenienti da Ciad e Niger. La loro attività è concentrata sui sequestri di persona in diversi Stati della Federazione, Sokoto, Kebbi, Katsina, Kaduna e altri. Colpiscono non solo scuole, studenti e insegnati. Anche politici, commercianti, religiosi (imam, pastori, predicatori, sacerdoti), cittadini di tutti ceti della società.

Secondo il Centre for Democracy and Development (l’organizzazione non profit con sede a Abuja, che mira a promuovere i valori della democrazia, della pace e dei diritti umani in Africa, in particolare nella parte occidentale del continente, ndr), dal 2011 al 2022, 12mila persone sono state brutalmente ammazzate da queste bande, mentre, a causa degli incessanti sequestri, centinaia di migliaia sono fuggite dalle proprie case.

Le autorità, come sempre, promettono di prendere provvedimenti, di controllare scuole e università. Ma gran parte delle forze armate sono impegnate da anni a dare la caccia ai terroristi di Boko Haram (legati a al quaeda) e ISWAP (Islamic State’s West Africa Province) nel nord-est del Paese, dove entrambi i gruppi sono sempre molto attivi e non danno tregua alla popolazione.

Solo pochi giorni fa sono stati brutalmente ammazzati dieci agricoltori a Gozwa, nel Borno state, nel nord-est della Nigeria, da miliziani probabilmente appartenenti a ISWAP. La stagione del raccolto si avvicina e, come è già successo in passato, i terroristi vogliono costringere i contadini a lasciare le fattorie per potersi appropriare dei loro beni e di quanto prodotto nei campi.

La popolazione di Gozwa è disperata, negli ultimi anni gli attacchi sono più che raddoppiati nella zona. Humangle, un quotidiano online con base in Nigeria, ha riportato che i residenti stanno protestando pacificamente contro le continue aggressioni dei terroristi, con la speranza di attirare l’attenzione delle autorità. Su alcuni cartelloni si legge: “Gozwa è insanguinata, basta con questi massacri continui”. La loro campagna contro le atrocità perpetrate da miliziani di Boko Haram e ISWAP è stata condivisa sui maggiori social network con diversi hashtag: #gwozaisbleeding, #gwozadailymassacre e #weneedpeace.

Non c’è pace nel più popoloso Stato dell’Africa. Altri attacchi dei sanguinari Boko Haram sono stati segnalati in questi giorni in altre aree del Borno State. A tutt’oggi gli sfollati sono oltre 3,5 milioni. Tra loro 270.000 hanno chiesto protezione in Paesi limitrofi. Finora il neo-presidente non ha ancora chiarito come intende affrontare la questione della diffusa insicurezza.

Cornelia I. Toelgyes
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Oltre 17 milioni di affamati in Nigeria: troppe bocche da sfamare, le famiglie costrette a mandare via i figli

Rapimento di massa in una chiesa battista nel nord-ovest della Nigeria

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Scienziati all’attacco della malaria: OMS autorizza secondo vaccino

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
8 ottobre 2023

Si chiama R21/Matrix-M. È il secondo vaccino per bambini contro la malaria. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) lo ha autorizzato e raccomandato con un comunicato pubblicato sul sito istituzionale lo scorso 2 ottobre.

R21 segue il vaccino RTS-S (Mosquirix) autorizzato OMS due anni fa. Con questo nuovo farmaco salvavita che ha dimostrato un’efficacia del 77 per cento, la lotta alla malattia fa un lungo salto in avanti.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS: “Come ricercatore sulla malaria, sognavo il giorno in cui avremmo avuto un vaccino sicuro ed efficace contro la malaria. Ora ne abbiamo due”.

“La domanda per il vaccino RTS,S supera di gran lunga l’offerta. Questo secondo vaccino è uno strumento aggiuntivo vitale per proteggere più bambini più velocemente. Ma anche per avvicinarci alla nostra visione di un futuro libero dalla malaria”.

vaccino contro la malaria
Vaccino contro la malaria

Oltre 100 milioni di dosi all’anno

L’R21 verrà prodotto dal Serum Institute of India, il maggior produttore di vaccini al mondo. L’azienda indiana ha concordato una capacità produttiva di 100 milioni di dosi all’anno, che nei prossimi due anni verrà aumentata a 200 milioni di dosi.

Il vaccino RTS-S è prodotto dalla GlaxoSmithKline Biologicals e, dal 2021, sperimentato in Burkina Faso, Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mozambico e Tanzania. Non ha le capacità produttive dal Serum Institute ma entro il 2025 prevede di consegnare 18 milioni di dosi a 12 paesi africani.

Per il momento la disponibilità dell’RTS,S è limitata. Ambedue i vaccini hanno però dimostrato di essere sicuri ed efficaci nel prevenire la malaria nei bambini. Con l’aggiunta del R21 all’elenco dei vaccini contro la malattia si prevede una fornitura di vaccini per tutti i bambini delle aree a rischio.

Il vaccino R21 ha un’efficacia elevata se somministrato appena prima dell’alta stagione di trasmissione della malattia. Dodici mesi dopo una serie di tre dosi ha dimostrato di ridurre del 75 per cento i casi sintomatici di malaria.

malaria Plasmodium falciparum
Il protozoo parassita Plasmodium falciparum, responsabile della malaria

Un’efficacia simile a quella dimostrata dall’RTS,S quando viene somministrato stagionalmente. Il prezzo del R21 è tra i due e quattro dollari americani per dose. L’OMS conferma che è una cifra “paragonabile ad altri interventi raccomandati contro la malaria e ad altri vaccini infantili”.

“Questo secondo vaccino ha un potenziale reale per colmare l’enorme divario tra domanda e offerta”, ha dichiarato Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS per l’Africa.

Distribuiti su larga scala e ampiamente diffusi, i due vaccini possono contribuire a rafforzare gli sforzi di prevenzione e controllo della malaria. Possono contribuire a salvare centinaia di migliaia di giovani vite in Africa da questa malattia mortale”.

L’incubo malaria

La malaria – conosciuta anche come paludismo perché si credeva che fosse causata dalla mala aria delle paludi – colpisce soprattutto l’Africa.

La malattia viene trasmessa dalla femmina della zanzara anofele (Anopheles stephensi) che, durante la puntura, inietta il protozoo parassita Plasmodium falciparum. Questo parassita è il più pericoloso della sua specie perché causa le maggiori complicanze e la più alta mortalità dei malati.

OMS mappa malaria nel mondo
Mappa della malaria nel mondo (Courtesy OMS-WHO)

I numeri della malaria

Dati dell’OMS (World malaria report 2020) del 2019 ci dicono che sono stati 229 milioni di casi di malaria stimati globalmente in 87 Paesi dove la malattia è endemica. Sono morti oltre 400.000 bambini.

I bambini sotto i 5 anni morti per malaria sono stati 274.000 (67 per cento del totale). Su base globale, i bambini colpiti dalla malaria sono stati 215 milioni (94 per cento) mentre il 95 per cento dei decessi sono avvenuti in 29 Paesi africani. Sei Stati africani hanno avuto oltre il 50 per cento dei morti di malaria.

I numeri più alti li hanno Nigeria (23 per cento) e Congo-K (RDC) (11 per cento). Seguono Tanzania (5 per cento), Mozambico, Niger e Burkina Faso (4 per cento).

I vaccini R21 e Mosquirix
potrebbero farci vedere un mondo futuro senza malaria.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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Crediti immagini:
– Plasmodium falciparum
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Riti propiziatori contro fame e miseria: 5 nigeriani arrestati per traffico di resti umani

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Africa ExPress
18 ottobre 2023

Un gruppo di cinque giovani nigeriani è stato arrestato all’inizio di settembre, perché trovati in possesso di un teschio umano.

Dopo essere stati presi con le mani nel sacco, nel senso letterale dei termini, visto che avevano nascosto il teschio in un borsone, durante l’interrogatorio hanno ammesso la loro colpa. I poveracci hanno però precisato di essere stati incaricati da un “dottore” tradizionale di procurare il reperto umano, indispensabile per un rito propiziatorio. Secondo quanto riportato dai ragazzi – tutti tra i 18 e 28 anni – il guaritore avrebbe promesso di condividere con loro tutte le ricchezze derivanti da tale attività criminale.

Ma altro che ricchi, l’esumazione del teschio è costata ben 12 anni di galera a ciascuno di loro, pena inflitta ai baldi giovani dai giudici del Tribunale di Minna, capoluogo del Niger State. Il guaritore in questione non è stato arrestato, tantomeno accusato di qualsiasi crimine.

Secondo l’accusa, i cinque avrebbero dissotterrato un corpo sepolto tre anni prima in un cimitero musulmano nello Stato del Niger centro-settentrionale.

I riti juju, vudù o magia nera sono ancora molto diffusi in Nigeria. Tali credenze, in particolare quella che parti del corpo umano insieme a particolari rituali possano produrre denaro da un vaso di argilla, hanno portato a una recente ondata di omicidi raccapriccianti. Spesso i malviventi prendono di mira persone vulnerabili come bambini, donne sole o diversamente abili.

Anche le autorità locali hanno confermato il giro criminale volto alla vendita di parti del corpo per rituali che si ritiene generino ricchezza. Un macabro mercato alimentato da disperazione e fame. Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, nella “ricca Nigeria”, il colosso dell’Africa, quattro persone su dieci vivono al di sotto della soglia di povertà.

Africa ExPress
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In Nigeria la draconiana legge anti-gay colpisce ancora: 76 arresti durante una festa di compleanno

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
23 ottobre 2023

Le draconiane leggi anti LGBTQIA+, mettono tutti d’accordo in Nigeria, sia cristiani che musulmani. Promulgata nel 2014 sotto il governo di Goodluck Jonathan, criminalizza unioni e relazioni dello stesso sesso e  prevede oltre 14 anni di galera.

Nigeria: arrestati 76 persone durante una festa

E sabato sono stati arrestati nuovamente ben 76 giovani (59 uomini e 17 ragazze) nel Gombe State, nel nord-est della Nigeria. Uno dei giovani aveva organizzato una festa di compleanno e durante l’evento avrebbe dovuto unirsi in matrimonio con il suo compagno. Ma la festa, tenutasi al Duwa Plaza (un grande edificio che comprende anche un shopping-center) che si trova lungo l’autostrada Bauchi-Gombe, è stata interrotta con l’arrivo del Corpo di sicurezza difesa civile nigeriano (NSCDC), un’organizzazione paramilitare che dipende direttamente dal ministero degli Interni.

Secondo quanto riferito Buhari Sa’ad, responsabile delle relazioni pubbliche del Gombe State, tra gli arrestati 21 uomini avrebbero confessato di essere gay.

In agosto, la polizia ha arrestato più di duecento uomini in circostanze simili nel Delta State, nel sud-est della Nigeria. Allora un portavoce delle forze dell’ordine aveva dichiarato: “Si tratta di un evento perverso, non possiamo copiare il mondo occidentale, siamo in Nigeria, dobbiamo seguire la cultura del nostro Paese”.

A tutta risposta Amnesty Nigeria ha definito l’operazione di polizia dello scorso agosto come una caccia alle streghe, chiedendo l’immediato rilascio degli arrestati, che sono stati mostrati pubblicamente ai media. Pare però che alcune delle persone presenti a tale evento non fossero gay. Parecchi hanno dichiarato ai giornalisti di essere modelli o fashion designer.

L’organizzazione per la Difesa dei diritti umani ha poi aggiunto: “E’ inaccettabile che in una società dove la corruzione è dilagante, la draconiana legge che vieta le relazioni tra lo stesso sesso, venga utilizzata sempre più spesso per molestie, estorsioni e ricatti da parte delle forze dell’ordine e di funzionari pubblici”.

Siamo tornati al periodo dell’Inquisizione in molti Paesi africani. Inquisizione in chiave moderna, i risultati saranno forse anche peggiori.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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